San Vito si caratterizza come un insediamento a tutt’oggi staccato dal contesto urbano della borgata clesiana, isolato alle pendici della montagna, al limitare del bosco, caratterizzato da due masi principali. Il maso alto, dalla tipica connotazione architettonica votata all’agricoltura di montagna, protegge una chiesa di dimensioni contenute ma assolutamente fuori scala rispetto alla popolazione dei due masi. Intitolata ai Santi Vito e Modesto, poi nella tradizione popolare al solo San Vito, fungeva da luogo di culto di Spinazzeda e Bernardo Clesio concesse alla popolazione di quel rione di eleggere il cappellano e amministrarne i beni. Con l’edificazione della chiesa del convento dei Padri Francescani, alla metà del XVII secolo, San Vito perse la sua funzione e venne lentamente abbandonata, restando in uso per la ricorrenza patronale il 15 giugno, quando dalla borgata saliva fino al maso alto una processione di fedeli. Venduta a privati nel 1820 per finanziare l’ampliamento della Parrocchiale, successivamente passò insieme al maso alla famiglia de Campi e venne adibita ad usi profani: fu Luigi de Campi, archeologo di fama e illuminato intellettuale, che recuperò l’edificio al culto, preservandone le opere che ancora si conservavano.
Descrizione
Orari di apertura
Chiusa.
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0463 662091
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Questa chiesa fa parte della proprietà privata di Maso San Vito e può essere visitata solo in occasione di eventi pubblici ospitati dalla famiglia proprietaria.