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Bartolomeo Bezzi

Bartolomeo Bezzi nasce a Fucine d'Ossana in Val di Sole il 6 febbraio 1851. Figlio di Luigia Taraboi e Domenico, morto prematuramente di colera nel 1855.
Nel 1871, grazie all’aiuto del cugino garibaldino Ergisto Bezzi (1835-1920) e del suo tutore, il prozio don Ambrogio Bezzi, prete a Pellizzano, si trasferisce a Milano e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida di Giuseppe Bertini. 

Bartolomeo Bezzi 1
Bartolomeo Bezzi Visitcles
Bartolomeo Bezzi Tomba Cimitero Cles

Per alcuni anni è ospite nella casa di Ergisto, ma poi si trasferisce in via Ciovasso, non lontano da Brera, dove apre il suo primo studio. Con Paesaggio e Impressione esordisce, nel 1876, all'annuale mostra braidense, ma è nel 1878 che riceve un riconoscimento con l'opera Valle di Rabbi. Nel 1882, con l’opera Pescarenico, vince il suo primo importante premio a Milano, ovvero il premio Fumagalli. Bezzi alterna la propria residenza a Milano con frequenti viaggi in Trentino, in particolare nelle Valli di Non e di Sole, zone alle quali è affettivamente legato. Tra 1880 e 1890 vive tra Verona (dove apre un atelier nel 1882), Milano e Venezia, città nella quale si trasferisce nella primavera del 1890, risiedendo poi in zona Fondamenta delle Zattere, il quartiere abitato da artisti, poeti e scrittori.

Nel periodo veronese dipinge diverse opere legate al paesaggio, alcune delle quali vengono esposte all'Esposizione di Belle Arti Roma. All'Esposizione Nazionale Italiana organizzata dalla Società Promotrice di Belle Arti a Torino nel 1884, presenta Venezia, Campagna romana, Autunno, Ricordo di Roma, Tempo grigio a Venezia, Sera ed a Milano, a Brera, espone Bambocci, Sito alpestre e Acqua morta. Poco tempo dopo diventa socio onorario dell'Accademia di Brera.

Nel 1886 partecipa alla mostra inaugurale della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano con A Chioggia, Mulini a Verona, Paesaggio, Betulle e con il bozzetto Pescarenico. Nel 1887 espone sei opere alla Mostra Nazionale di Venezia: Riva di Trento, Studio, Mestizia, Sulle rive dell'Adige, Paesaggio e Bosco ceduo. A Venezia conosce Guglielmo Ciardi, Luigi Nono, Silvio Rota, Alessandro Milesi e Mario de Maria. In questo periodo viene influenzato dalla pittura di Giacomo Favretto e Pietro Fragiacomo.
Nel 1891, pur dimorando a Venezia, Bezzi lavora ad un proprio progetto editoriale dal titolo "Il Trentino illustrato", per far conoscere, in particolare nel Regno d'Italia, le bellezze naturalistiche e architettoniche della sua patria. Bezzi desidera pubblicare un "Album di lusso e di grande formato contenente 60 od anche 100 fogli, riproduzioni o facsimili di disegni o quadri a chiaro-scuro'", da eseguirsi sul posto. Per mancanza di risorse economiche, quell'iniziativa - che avrebbe contribuito all'illustrazione del Trentino, sulla scia delle campagne fotografiche intraprese verso il 1870 da Giovanni Battista Unterveger (1833-1912) - non fu purtroppo mai realizzata. Rimangono alcune vedute eseguite per quell'album mancato, due delle quali - Cles e Castello di Ossana - sono state esposte nella mostra antologica di Palazzo Assessorile a Cles nel 2023.

Nel 1892, durante una visita in casa dei Conti Cesarini Sforza, Bartolomeo Bezzi conosce Isabella Dal Lago di Cles; il 6 settembre dello stesso anno i due si sposano nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, a pochi passi dal palazzo di famiglia della moglie nel centro della borgata anaune. 
Da quel momento Bezzi è spesso a Cles e dipinge diverse vedute della borgata ed in particolare dei quartieri di Pez, Spinazzeda e delle frazioni di Dres e Maiano. 

Fa parte del comitato ordinatore della Biennale, fondata di concerto con gli amici Antonio Fradeletto, critico d’arte e Riccardo Selvatico, sindaco della città lagunare dal 1890 al 1895. Bartolomeo Bezzi partecipa a tutte le edizioni della biennale veneziana dal 1895 al 1914. Nel 1893, 1898 e 1903 espone alla Secessione di Monaco e nel 1900 è presente e viene premiato all'Esposizione Universale di Parigi. Viene accolto come socio nelle accademie di Milano, Bologna, Venezia, Ferrara, Verona e Monaco di Baviera. Dal 1910 al 1912 vive a Roma, per preparare alcune opere per l'Esposizione universale del 1911, trasferendosi poi nuovamente a Verona nell’estate del 1913. Nel 1914, una malattia nervosa lo costringe ad abbandonare l'attività pittorica e recarsi definitivamente, al termine della Grande Guerra, a Cles, nella casa della moglie Isabella Dal Lago.

Dopo lunga malattia muore a Cles, il giorno 8 ottobre 1923. Due giorni dopo si svolgono i funerali nella chiesa arcipretale dell’Assunta, con grande concorso di pubblico; in una lettera conservata nell’Archivio Storico Comunale di Cles, datata 10 ottobre e inviata all’indirizzo del Sindaco, Giorgio Wenter Marini, architetto che progetterà la tomba monumentale presso il cimitero clesiano tra 1927 e 1929 e la lapide commemorativa con decorazione a graffito su Casa Dal Lago nel 1924, ricorda come tutti gli intervenuti alle esequie siano rimasti commossi per la sincera espressione di affetto dimostrata dalla borgata e come lo stesso Bartolomeo Bezzi avesse amato “la dolce Cles come la sua Patria”