I ritrovamenti archeologici ci fanno capire che iniziò ad espandersi partendo dall’Oratorio fino all’incrocio per Maiano, inerpicandosi poi sul colle. Anche questo è un agglomerato di impostazione lineare con la viabilità principale che giungeva dalle Moje, su relitti stradali ancora ben visibili e risaliva in Via Romana attraverso la vecchia Via Strica (oggi non più leggibile) per poi uscire dall’abitato in prossimità della Parrocchiale e portarsi fino all’incrocio di Piazza Granda. Quello di Via Madruzzo era un ulteriore itinerario che aggirava l’antica chiesa, scendendo in Via Marco da Cles e unendosi all’attuale Via Martini. In prossimità della salita al Doss di Pez si sviluppa un interessante slargo che è a tutti gli effetti una piccola piazza (appunto Piazòl), definisce un importante luogo urbano con notevoli edifici anche di pregio storico che le conferiscono un carattere signorile e rustico al tempo stesso. Nelle vicinanze sorge l’antichissima chiesetta di San Vigilio, probabilmente eretta recuperando un precedente presidio di controllo visivo. Da questo punto si aveva una magnifica visuale su Maiano e sulla valle, oltre che sulla torre di Palazzo Assessorile, ma dal campaniletto della chiesa di San Vigilio si può vedere molto bene anche il mastio ottagonale di Castel Valer. Anche Pez si affacciava sull’antico Lago delle Moje dal lato opposto di Spinazzeda con cui si creò un sentiero di collegamento via via che l’acquitrino si asciugava e si trasformava in pascolo. Su questo percorso, tuttora esistente che congiungeva Via del Sant con Via Sieli, si realizzò l’ormai perduta chiesa di San Valentino. In epoca altomedievale sorge anche la prima chiesa dell’Assunta, in fronte al rivolo che scendeva nel prato che sarebbe divenuto Piazza San Rocco e poi Corso Dante. A Pez quindi sono due le chiese insediate, entrambe veramente molto importanti.