Vai al footer

Centro storico

Oggi il centro storico è organizzato tra Piazza Navarrino, Corso Dante e Via Roma che tagliano verticalmente il paese in direzione Piazza Cesare Battisti, la centrale Piazza Granda e la Piazzetta de Bertolini. All’inizio dell’Ottocento, Cles si presenta così come il Medioevo l’ha strutturata e come l’età moderna l’ha poi plasmata. 
Il borgo centrale e le quattro frazioni hanno assunto ormai una fisionomia precisa, gli edifici signorili si affacciano un po’ alla volta sulle strade principali e Piazza Granda può dirsi compiuta nella sua immagine attuale.

Rione Prato 9
Rione Prato 8
Rione Prato 17
Rione Prato 6
Rione Prato 5
Rione Prato 3
Rione Prato 2

L’attuale abitato di Cles è l’esito di quell’insediamento antropico che si è sviluppato, nei secoli, attorno al più importante incrocio viario delle valli del Noce, sostenuto da condizioni geografiche e ambientali particolarmente favorevoli. Originariamente basato sugli agglomerati di Spinazzeda, Prato e Pez che si affacciavano sulle sponde opposte dell’antico lago e sugli insediamenti dislocati di Maiano, Dres e Caltron, si è espanso progressivamente fino a collegare ogni frazione col centro, per poi inglobare il borgo di Mechel e assecondare una nuova impostazione viaria da cui deriva il recentissimo rione residenziale di Lanza.

L’ampia area lacustre di Santo Spirito si estendeva, sui Paludi, da Talào a Nancòn per poi riprendere, invadendo tutta l’area delle Moje, fino a lambire la zona di San Rocco, dove si trovava un approdo di barche d’epoca retica. Le rive del lago, protette a sud dal Doss dei Pini e da quello di Nancòn, a est dal Doss di Pez e da quello delle Allodole, a ovest dalle pendici della montagna e a nord dalla vallecola del Rio Dres, hanno da sempre garantito le caratteristiche ideali per insediarvi alcuni piccoli villaggi. Ma la notevole estensione urbanizzabile, le pregiate aree coltivabili, la disponibilità d’acqua, la magnifica esposizione solare, la raggiungibilità da tutte le direzioni e le strategiche visuali sul territorio, hanno fatto di Cles il capoluogo naturale della valle.

Quello che era già da tempo un centro commerciale strategico inizia ora il suo percorso di potenziamento urbano con il definitivo completamento di quelli che oggi definiamo centri storici e la conversione in muratura di tutti gli edifici che rimanevano ancora in legno. Ottocenteschi sono anche i principali palazzi eretti nell’area di Prato che hanno consolidato la fisionomia di quello che sarebbe poi divenuto Corso Dante con il suo canale e la sua famosa doppia fila di ippocastani. Questi edifici sono poi divenuti caserme militari, ma anche sedi scolastiche e infine sede municipale, oltre che alberghi, locande e negozi. Il ruolo di Corso Dante si rinforza anche con la realizzazione, alla fine del secolo, della nuova Via Trento che provenendo da sud aggira il rione di Pez verso le Moje, seguendo pendenze stradali più dolci ed evitando di salire fino a via Romana che non era più idonea a sopportare il traffico in continuo aumento. Possiamo definire Via Trento come la prima tangenziale di una Cles che è sempre stata impegnata a trovare soluzioni viabilistiche al continuo incremento di veicoli e al bisogno di mobilità da cui ha sempre tratto l’energia vitale. L’Ottocento quindi fu un periodo di grande floridità per Cles, sostenuta anche dal nuovo ponte di Santa Giustina che faceva guardare al futuro con fiducia, proiettandosi in un secolo che prometteva grandi cambiamenti politici e che in effetti non tradì le attese, ma con un enorme prezzo da pagare: quello di due guerre mondiali e una dittatura. Con il ponte di Santa Giustina e la nuova Via Trento si crearono i presupposti per realizzare, nel 1909, uno dei progetti più ambiziosi e determinanti delle Valli del Noce: la Ferrovia Trento-Malé. Passava su Via Trento fino alla stazione antistante la chiesa Parrocchiale, oltre la strada, proprio dove oggi gli edifici assumo una forma rotondeggiante.

Ferrovia Storica Cles

Si trattava di un piccolo manufatto in stile liberty molto gradevole ed elegante, ormai scomparso, che si inseriva in un contesto urbano un po’ spoglio, nelle cui vicinanze si interrava il canale che scendeva affiancando gli ippocastani. La ferrovia proseguiva poi su Via Roma, attraversava Piazza Granda e saliva in Via Filzi fino all’area delle ex-Scuole Elementari o appunto, della Vecchia Stazione. La sua forma molto allungata è riferita proprio alla funzione ferroviaria riservata alla sosta delle merci e dei convogli. Anche in questo caso vi era un piccolo edificio in stile liberty, ma anche coperture e tettoie con funzioni di servizio. La ferrovia che piegava leggermente verso est per dirigersi poi in Val di Sole, attraversava il maestoso ponte ad arcate tuttora visibile sul Rio Dres. La nuova tramvia elettrica fu un’opera strategica che cambiò il destino di un territorio, il collegamento con Trento era infatti possibile solo a piedi o con animali e il percorso era improponibile per la gente comune. Il treno era enorme, scomodo e rumoroso, il viaggio era lungo, senza confort e polveroso, ma il Sindaco di Trento, Paolo Oss Mazzurana, aveva offerto agli abitanti delle valli un’opportunità di movimento senza precedenti, avviando un periodo in cui la mobilità divenne via via sempre più importante. In una riunione, tenutasi nel 1894 proprio a Palazzo Scotti (attuale sede municipale), rivolta a trovare gli accordi per la ferrovia, l’Oss Mazzurana accusò un malore, venne portato a Trento dove morì l’anno dopo. Proprio sul tracciato ferroviario urbano si insediarono alcune strutture ricettive che andarono ad aggiungersi all’antico Albergo Cles che in quel momento cambiò nome in Albergo al Tram. Nacquero il limitrofo Albergo Centrale e l’Hotel Vittoria che si trovava proprio in Via Trento, mentre in Piazza Granda vi era l’Aquila Nera, ma nel 1908 venne eretto e parzialmente riedificato il maestoso Grand Hotel che andò ad inglobare la chiesetta della Madonna delle Grazie in un progetto decisamente coraggioso. Nello stesso anno venne realizzato l'Albergo Chiesa, proprio sulla sommità del Doss di Pez che poi divenne Miramonti, convitto Don Orione, quindi sede scolastica e asilo nido, mentre oggi è dedicato alle associazioni e alla Scuola Musicale. A partire dal 1958, in concomitanza al nuovo Viale Degasperi, si realizza in paese una delle opere più importanti e strategiche di sempre: lo spostamento della ferrovia sul tracciato extraurbano e lo scavo della galleria che serviva per collegare comodamente la piazza con la nuova stazione.

Oggi i rioni e le frazioni sono ancora il riferimento principale per i clesiani e rimangono la base su cui una comunità in evoluzione può costruire la sua crescita. Le case rionali sono ormai presenti in ogni ambito e rappresentano il riferimento per le attività pubbliche e sociali, così come le sagre che ogni anno animano le stagioni clesiane.

Contenuti correlati

Qui trovi tutti i siti, gli eventi o spazi ricreativi nelle vicinanze