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I caduti di Cles e Mechel nella Grande Guerra

Il primo conflitto mondiale ha causato morti e grandi cambiamenti anche a Cles. Il crollo dell'Impero asburgico – inoltre – ha causato la totale perdita di informazioni sul numero e l’identità dei caduti con la divisa austro-ungarica; recenti ricerche d’archivio hanno permesso di ricostruirne il destino.
Nell'estate del 1914 migliaia di trentini, e fra loro centinaia di clesiani, furono richiamati alle armi e inviati sul fronte orientale dell’Impero Austro-ungarico, soprattutto in Galizia, per combattere contro l'esercito russo.

Cappella Di Fatima
Cappella Di Fatima 2
Cappella Di Fatima 1

Nel corso della guerra furono 60.000 in totale i trentini arruolati, di cui quasi 12.000 non fecero ritorno. Un anno dopo, nel maggio del 1915, la dichiarazione di guerra dell’Italia portò il conflitto nelle case dei trentini. Anche sul monte di Cles vennero approntate delle linee di difesa, da utilizzare in caso di sfondamento del fronte del Tonale. Fra gli innumerevoli morti nelle trincee, negli ospedali e nei campi di prigionia, numerosi furono gli abitanti di Cles e Mechel. Tuttavia, il crollo dell'Impero asburgico causò il collasso degli archivi militari e una conseguente perdita di informazioni sui caduti, e in seguito il Regno d’Italia non si curò di ricostruire con precisione il numero e l’identità dei soldati che avevano indossato la divisa austriaca. I monumenti presenti nel territorio comunale elencano 52 caduti per Cles (Sacello di Fatima) e 8 per Mechel (lapide cimitero Mechel) per un totale di 60 nominativi. Nuove ricerche d’archivio hanno permesso di aggiungere all’elenco i nomi di altri 24 caduti non presenti sui monumenti (18 di Cles e 6 di Mechel), che portano il numero totale a 84 caduti, 70 per Cles e 14 per Mechel.

La maggior parte di loro militava nei Tiroler Kaiserjäger, o cacciatori imperiali del Tirolo, un reparto di fanteria leggera reclutato nei territori alpini dell’Impero. Altri operavano nei Tiroler Landesschützen, o Bersaglieri provinciali del Tirolo. Si trattava di un corpo di fanteria leggera appartenente alle truppe da montagna (si possono quindi considerare il corrispettivo austriaco degli alpini italiani). C’era poi un corpo chiamato Landsturm, composto da uomini compresi tra i 33 e 42 anni (in seguito innalzati a 50), troppo anziani per essere arruolati tra i Kaiserjäger o i Landesschützen, che formavano una truppa di riserva (Ersatz Reserve). Vi erano infine gli Standschützen, o Bersaglieri immatricolati. Erano in origine delle truppe di difesa locale, di antica tradizione (istituite dal Landlibell di Massimiliano I nel 1511). Durante la Prima guerra mondiale, attingendo dalle liste degli iscritti ai poligoni di tiro al bersaglio, in questa formazione confluirono uomini troppo giovani o troppo anziani per servire negli altri corpi (quindi sotto i 20 o sopra i 50 anni). Gli Standschützen del Battaglione Cles, forte di 597 uomini divisi in 6 compagnie agli ordini del Maggiore Luigi Valentinotti, vennero inviati nel maggio del 1915 a rafforzare la linea del Tonale, II Rayon. 

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